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“SCEGLIETE DA CHE PARTE STARE!”

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Nella mattinata del 14 Novembre, gli allievi del CIOFS/FP-Puglia, dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale e del corso “RIPINS – Ripartiamo Insieme” per Giardinieri, sia in presenza che collegati in videoconferenza da Martina Franca e Ruvo di Puglia, hanno incontrato un testimone dell’Associazione LIBERA, padre di una vittima innocente della mafia.

Pinuccio Fazio, padre di Michele, ucciso per errore dalla criminalità organizzata di Bari, ha voluto portare la testimonianza drammatica della tragedia che ha colpito la sua famiglia.

La sera del 12 luglio del 2001, un proiettile vagante ha raggiunto il figlio Michele, tra i vicoli di Bari vecchia, mentre stava rientrando a casa per cenare. Il quindicenne è stato ucciso da uno dei colpi esplosi nel corso di un regolamento di conti fra bande rivali.

Nonostante l’iniziale archiviazione del caso, Pinuccio e la moglie Lella sono riusciti ad ottenere la riapertura dello stesso e, dopo indagini serrate, anche l’arresto dei colpevoli. Mossi da un fortissimo senso della giustizia, i genitori di Michele, sia in forma pubblica che privata, hanno trovato la forza di perdonare quegli assassini. Nel suo discorso, sono emersi aspetti molto delicati ma di una forza dirompente per chi li ascoltava.

Racconta Fazio: “Il giorno in cui ci hanno citofonato per dirci di recarci in questura poiché erano finiti in manette gli autori dell’assassinio del nostro Michele, mia moglie, rientrando in casa, è corsa sul balcone e ha spalancato, dopo anni, quelle finestre, gridando <<è primavera>>”.

Un gesto liberatorio che ammutoliva così il chiassoso bivaccare dei malavitosi nei dintorni di casa Fazio. Un’azione che ha simbolicamente dato il via al cambiamento di Bari vecchia, qualcosa che è diventata testimonianza duratura nel tempo.

“Michele vive, si.” – prosegue Fazio – “E’ negli occhi di tutte le ragazze e i ragazzi che incontro nei miei viaggi in giro per l’Italia”. Tanto coraggio e determinazione nelle parole di quest’uomo dal grandissimo cuore, padre di altri 3 figli e, di recente, nuovamente nonno di un nipotino dal nome importante: “Michele”, figlio di quella Rachele che la sera del 12 luglio, fu la prima, dopo aver udito gli spari, ad accorgersi della tragedia, scorgendo da una finestra socchiusa, il corpo del fratello in piazzetta, in una pozza di sangue.

La testimonianza di Pinuccio è potente e a tratti anche violenta, ma è emblema della ferrea volontà a non fare un passo indietro nei confronti delle mafie e della criminalità. Ancora oggi vive in quella stessa casa, che prima era circondata dalle abitazioni di malavitosi, testimoniando il cambiamento, gridando assieme alla moglie quanto non può più fare Michele, che sognava di essere un carabiniere al servizio dello Stato.

Con il suo sguardo deciso, ha concluso il suo intervento focalizzando l’attenzione su due parole: impegno e responsabilità.

Il primo per perseguire la rettitudine morale, la seconda per farci tutti carico della denuncia di ogni illegalità. Perché le conseguenze, anche di un silenzio, si ripercuotono sull’intera comunità e non su un singolo, rappresentando il prosperare del malaffare.

L’incontro è proseguito con i ragazzi/e della Scuola Secondaria di Primo grado “Maria Ausiliatrice” che, al termine di un percorso didattico sulla cittadinanza attiva e la legalità, lo hanno prima ascoltato con grande attenzione e poi gli hanno rivolto tante domande. Al termine hanno voluto consegnargli una tela con tante mani colorate sullo sfondo e al centro la scritta STOP ALLA MAFIA.

A questo pubblico di adolescenti, alla presenza di alcuni rappresentanti dell’Associazione “Libera” sede di Taranto, Pinuccio Fazio, sorpreso e un po’ commosso del dono inaspettato, ha lanciato un ultimo appello “Scegliete da che parte stare!”

Ha poi concluso ringraziando e con un’ultima promessa, quasi un monito “Lascio la vostra tela alla sede Libera di Taranto e… tornerò a trovarvi, perché vorrò guardarvi negli occhi e sapere che scelta avete fatto”.